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Adriano Prosperi parla dell'infanticidio nell'epoca moderna a partire da un caso concreto accaduto a Bologna nel 1709. Un fosco caso di infanticidio diventa crocevia di un acceso dibattito in cui principi teologici, morali e scientifici si scontrano intorno all'essenza della vita e alla natura dell'anima. Che cosa è possibile conoscere di chi resta ai margini della società o vi si affaccia solo per il tempo brevissimo di una nascita subito seguita dalla morte? Questa domanda antica è alla luce della storia di una donna, processata per infanticidio, e di suo figlio. Fissare l'attimo iniziale della vita fu il problema su cui si vennero progressivamente concentrando conoscenza scientifica e dottrine religiose.
La vicenda di Lucia rimanda a quelle di moltissime donne dell'epoca sua, il suo caso si situa nel quadro delle concezioni dell'identità umana e dei rituali elaborati per fissare i confini tra i vivi e i morti. La sorte sua e quella di suo figlio appaiono cosí inestricabilmente legate al modo in cui quella cultura risolse un problema antico e ricorrente nella storia delle nostre civiltà: se esista e in che cosa consista la speciale natura dell'essere umano.
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Ascolta le domande del pubblico e il dibattito finale alla conferenza "La costruzione della memoria nell'Italia repubblicana".
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La grande avventura dell'evoluzione umana