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Una raccolta sistematica di brevi documentari, molti dei quali dedicati alla storia e ai suoi protagonisti.
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La pubblicazione di Cédric Humair, professore di storia e ricercatore all'Università e al politecnico federale di Losanna, affronta con efficacia un periodo, quello tra il 1820 e il 1860, poco studiato nella storia Svizzera.
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L'opera raccoglie una serie di interventi su uno dei temi più dibattuti negli ultimi anni in Italia
Durante il loro periodo di formazione all'Alta Scuola Pedagogica (ora Dipartimento della Formazione e dell'Apprendimento) di Locarno, un gruppo di docenti ha realizzato una serie di unità didattiche molto interessanti dedicate alle donne e al loro ruolo sociale nel Canton Ticino tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo.
L'attività è stata resa possibile dall'utilizzo degli archivi dell'Associazione degli Archivi Riuniti delle Donne Ticino.
Le unità didattiche sono state allegate al volume "Donne Ticinesi. Rievocazioni 1928-2008. Il lavoro femminile" edito a Melano nel 2009 dall'Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino.
Bibliografia
AA VV (1984), 50 di Sci Club Capriasca: 1934-1984, Pregassona, Fontana.
AA VV (1992), Così era il Ticino, Locarno, Dadò.
AA VV (1928), Donne Ticinesi, rievocazioni, Bellinzona, Tipografia Leins & Vescovi.
AAVV (1995), Molte realizzazioni, pochi cambiamenti? La situazione della donna in Svizzera. Berna, Commissione federale per le questioni femminili.
Angelo Airoldi, Rosario Talarico, Gianni Tavarini (2003), Il Cantone Ticino nella Confederazione elvetica. Una raccolta di documenti, vol II, Bellinzona, Divisione della Scuola - Centro didattico cantonale.
“Archeologia industriale” (1983) In Rivista tecnica, Mensile della Svizzera italiana di architettura e ingegneria, n. 1, gennaio.
Piero Bianconi (1977), Ex-voto del Ticino, Locarno, Dadò.
Franco Binda (1983), I vecchi e la montagna. La raccolta del fieno selvatico e l’impianto dei fili a sbalzo in Val Verzasca nella narrazione dei protagonisti. Locarno, Dadò.
Paolo Binda (1983), “La divisione del lavoro tra uomo e donna nella società tradizionale verzaschese” In Folklore svizzero, n. 3-4.
Fabia Bottani (2008), “Quell’indispensabile ‘tocco femminile’ ” In Area, 26 settembre 2008.
Susanna Castelletti, Lisa Fornara (2007), Donne in movimento. Storia della Federazione Associazione Femminili Ticino 1957-2007. Lugano, Veladini.
Raffaello Ceschi (1986), Ottocento ticinese, Locarno, Dadò.
Raffaello Ceschi (a cura di), (1998), Storia del Cantone Ticino, L’Ottocento, Bellinzona, Casagrande.
Giorgio Cheda (1975), “Considerazioni per una storia globale delle popolazioni valligiane” In Pro Valle Maggia.
Antonio Codoni, Vasco Gamboni (1988), Il Paese e la Memoria. Bellinzona, Dipartimento della pubblica educazione - Ufficio dell’insegnamento primario.
Gotthard End (1996), Biasca e Val Pontirone verso il 1920, Gruppo ricreativo Val Pontirone Biasca.
Sandra Eberhardt-Meli (2005), Artigiani della terra. I laterizi in Ticino e il lavoro dei fornaciai, Locarno-Bellinzona, Dadò - Centro di dialettologia e di etnografia.
Lisa Fornara (2005), Un esempio di associazionismo femminile nella Svizzera italiana: la Federazione Ticinese delle società femminili. Tesi Università di Bologna.
Annie Goldmann (1996), Le donne entrano in scena. Dalle suffragette alle femministe, Firenze, Giunti.
Francesca Lo Iudice, Franca Cleis (a cura di), (2007), Luigia Carloni-Groppi (1872-1947). La Signora maestra narratrice, Balerna, Edizioni Ulivo.
Danielle Molina (1975), La sericoltura ticinese nella seconda metà dell’Ottocento, vol. I, Gelsi e bachi, Bellinzona, dattiloscritto. Piano di formazione della scuola media (2004), Bellinzona Dipartimento Educazione Cultura Sport.
Sergio Pescia (1989), La donna del Mendrisiotto: contadina, artigiana, operaia, Stabio, Museo della civiltà contadina, quaderno n. 7.
Rita Ponzio (1975), La sericoltura ticinese nella seconda metà dell’Ottocento, vol. II, Filatura e tessitura, Bellinzona, dattiloscritto.
Felice Rossi (1959), Storia della scuola ticinese, Bellinzona, S. A. Grassi & Co.
Gabriele Rossi (2002), Sindacalismo senza classe. Bellinzona-Lugano, Fondazione Pellegrini - Canevascini.
Gabriele Rossi, Gianni Carettoni, Pompeo Macaluso (1984), Industria e lavoro nel Canton Ticino dall’Ottocento fino alla seconda guerra mondiale, Lavoro di abilitazione.
Paul Scheuermeier (1996), Il lavoro dei contadini, 2 vol., Milano, Longanesi.
Scuola Media Balerna (1983) Ricerca in valle. La valle di Muggio.
Renato Simoni (1986), “Uomini, terra, lavoro nel Mendrisiotto dell’Ottocento” In AA VV, Mendrisiotto: sguardi e pensieri, Ciclo di conferenze a cura dell’Associazione Cultura Popolare di Balerna.
Brigitte Studer (1992), “Ricerca storica al femminile come arricchimento della storia e dell’insegnamento” In Yvonne Pesenti (a cura di), Femminile Plurale, Lugano, Fondazione Pellegrini-Canevascini.
Tre Valli (1984), Rivista d’informazione delle valli Riviera, Blenio, Leventina, n. 2 e n. 4.
Giovanni Vassalli (2002), “La lavorazione della creta già principale risorsa del Comune di Riva San Vitale ora è preziosa pagina di storia da non perdere.” In Terra Ticinese, N.1.
Fernando Zappa (1994), Il Ticino della povera gente, vol. 2, Locarno, Dadò.
Sitografia
Archivio Roberto Donetta - fotografo - 1865/1932: http://www.archiviodonetta.ch/index.htm
AA VV (1998), Donne, potere, storia, Berna, Commissione federale per le questioni femminili:
http://www.frauenkommission.ch/pdf/i_4_1_bildung.pdf
Associazione attinenti e simpatizzanti di Sobrio: http://www.aass.ch
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Lo Speciale "Il motore nascosto dell'economia. Il Lavoro delle donne ticinesi tra Otto e Novecento" è composto delle seguenti pagine:
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Stefania Garajo e Ursula Travaini, le autrici di questa unità didattica, analizzano un ruolo importante svolto nell'educazione pubblica dalle donne. Tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo la donna ticinese portava infatti il suo contributo alla vita della collettività, in una professione che le permetteva di distinguersi ed elevarsi socialmente.
Una serie di documenti e testimonianze introducono gli studenti di oggi nella scuola del passato e consente loro di metterne a fuoco le caratteristiche.
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Lo Speciale "Il motore nascosto dell'economia. Il Lavoro delle donne ticinesi tra Otto e Novecento" è composto delle seguenti pagine:
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Gli autori di questa unità didattica, Sandra Valenti e Andrea Patocchi, affrontano il tema del proletariato femminile nel Mendrisiotto di fine Ottocento. Il Canton Ticino, e il Mendrisiotto in particolare, conosce nella seconda metà dell'Ottocento una crescita delle industrie legate soprattutto al tabacco e al baco da seta.
Alla luce di documenti d'epoca la tematica del lavoro femminile nelle fabbriche viene analizzato. Ne esce un mondo molto sfacettato, formato da donne che coltivano in casa i bachi da seta che poi vengono consengnati alle filande, le quali occupano a tempo pieno altre donne che vivono recluse nello stabilimento per un'intera stagione. Non meno faticosa la vita delle operaie del tabacco, apprezzate per le loro mani piccole e agili, capaci di arrotolare in breve tempo un gran numero di sigari.
Il contatto con la filatura e il tabacco provocava inoltre danni alla salute alle giovani, spesso giovanissime, operaie.
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Lo Speciale "Il motore nascosto dell'economia. Il Lavoro delle donne ticinesi tra Otto e Novecento" è composto delle seguenti pagine:
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Questa sezione, realizzata da Natascia Liberti e Milena Malandrini, analizza i lavori tradizionali femminili grazie all'uso di numerose fonti documentarie, come le statistiche demografiche e le testimonianze orali.
Gli studenti sono chiamati a riflettere sul ruolo della donna nel mondo rurale del tempo, soprattutto alla luce allo spopolamento maschile delle valli a causa dell'emigrazione, piaga endemica del Ticino a cavallo tra Otto e Novecento.
Ne esce un quadro vivido di donne rimaste sole e costrette ad allevare, nello stesso tempo e ma non certo allo stesso modo, figli e bestiame.
“Una donna di Madrano [frazione di Airolo], rimasta vedova con undici figli, di cui l’ultimo in fasce, riuscì, col solo aiuto delle ragazzette maggiori, non solo a nutrire, ma anche a vestire tutta la sua nidiata; e in modo che in casa sua non ci fu mai nulla di superfluo, ma nessuno non ebbe mai a mancare di nulla. Governava le bestie, manipolava il latte; coltivava la segale; faceva il pane, filava la lana delle sue pecore, coltivava il lino, lo tesseva; cuciva la biancheria; confezionava i vestiti, ed in paese destava l’ammirazione di tutti.”
L'unità didattica è arrichita dalle citazioni, come la precedente, tratte da Donne Ticinesi, Rievocazioni, pubblicato nel 1928 a Bellinzona in occasione della prima Esposizione svizzera sul lavoro femminile (Saffa - Schweizerische Ausstellung für Frauenarbeit).
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Lo Speciale "Il motore nascosto dell'economia. Il Lavoro delle donne ticinesi tra Otto e Novecento" è composto delle seguenti pagine:
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A partire dalle immagini presenti sul volume Donne Ticinesi, Rievocazioni, pubblicato nel 1928 a Bellinzona in occasione della prima Esposizione svizzera sul lavoro femminile (Saffa - Schweizerische Ausstellung für Frauenarbeit) che ebbe luogo a Berna nell'estate di quell'anno, gli autori di questa unità didattica Dino Fontana e Marco Rusca affrontano il tema del lavoro delle donne nel Canton Ticino del primo Novecento.
Il lavoro proposto agli studenti vuole mettere in risalto il valore documenario delle fonti iconografiche dell'epoca. Sia le immagini, sia le didascalie originali rappresentano delle fonti che possono ben mettere in luce l'evoluzione del lavoro femminile e delle mentalità legate a questa attività. Ad esempio non può sfuggire il carattere pedagogico e di pioneristica denuncia di alcuni commenti che accompagnao le fotografie: "La visione di questa contadina sola [...] raggiunge lo scopo voluto, quello di rappresentare il duro lavoro cui devono sottostare tutte le contadine delle nostre alte vallate dai loro più giovani anni sin alla più tardi vecchiaia. Chi non ha visto, non può immaginare i miracoli di coraggio, di attività, di resistenza che si compiono lassù!".
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Lo Speciale "Il motore nascosto dell'economia. Il Lavoro delle donne ticinesi tra Otto e Novecento" è composto delle seguenti pagine:
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Questa sezione, realizzata da Egle Brändli e Domenico Serravalle, analizza il ruolo essenziale della donna nel mondo agricolo ticinese tra il XIX e il XX secolo.
Attraverso l'analisi di testimonianze orali e di fonti iconografiche viene presentata la vita contadina in tutte le sue sfacettature. E' dato particolare spazio al problema dell'emigrazione maschile che svuotava le valli del Canton Ticino durante la stagione estiva e lasciava alle donne il compito di badare all'allevamento e all'agricoltura.
Ne esce un quadro vivido e coinvolgente di un lavoro agricolo che non risparmia nessuno, nemmeno i bambini, maschi e femmine.
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Lo Speciale "Il motore nascosto dell'economia. Il Lavoro delle donne ticinesi tra Otto e Novecento" è composto delle seguenti pagine:
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