In questa categoria vengono riprodotte le prese di posizione dell'Associazione ticinese degli insegnanti di storia in particolare riguardo a fatti ed eventi di carattere scolastico e sociale accaduti nel Canton Ticino e in Svizzera.
Non si tratta di animare il dibattito politico, ma di ribadire ancora una volta il senso di responsabilità civile con cui, in quanto docenti, affrontiamo ogni giorno la nostra professione. Il nostro compito, come previsto da una recente legge approvata dal parlamento ticinese, ci spinge infatti a intensificare le attività di educazione alla cittadinanza e a privilegiare la pubblica e civile convivenza.
In questi anni l'atis si è sentita in dovere di intervenire:
- In difesa di un'educazione alla cittadinanza democratica e storica, contro l'iniziativa di introdurre una materia indipendente e con valutazione;
- In difesa di una scuola pubblica avente risorse adeguate per svolgere il suo lavoro educativo e didattico;
- In difesa dei diritti dell'uomo e contro ogni discriminazione a seguito di un articolo contro il popolo rom apparso sul settimanale Il Mattino della Domenica;
- In difesa dell'insegnamento della storia al momento della riduzione delle ore di storia alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona;
- In difesa della figura di Giovanni Orelli, narratore, poeta e docente.
- A sostegno dell'equa possibilità di accedere all'abilitazione all'insegnamento della storia all'ASP - DFA di Locarno;
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L’ATIS, Associazione Ticinese Insegnanti di storia, ha preso atto del comunicato redatto dalla Gioventù Comunista ticinese e pubblicato sul sito online del partito il 5 febbraio 2023, intitolato “Stop alla propaganda liberal-atlantista in TV e nelle scuole”, ed esprime piena solidarietà al suo presidente Maurizio Binaghi per l’indegno attacco alla sua persona e per la messa in dubbio della sua serietà professionale.
Nel mese di ottobre del 2020, i movimenti giovanili di due partiti locali hanno animato un dibattito in merito alla «neutralità» dell’insegnamento nelle scuole ticinesi.
A questo proposito l’Atis, l’associazione ticinese degli insegnanti di storia, si permette di proporre alcune riflessioni sul piano didattico.
Nel mese di ottobre del 2020, la campagna promossa dei Giovani UDC Ticino denominata “Scuole libere”, con l’obiettivo di costringere il Consiglio di Stato a «favorire un necessario cambio di dottrina e cultura nelle scuole», ha suscitato diverse reazioni sui media ticinesi.
Domenica 24 settembre 2017 il 63,36% dei cittadini che si sono recati alle urne ha accolto la proposta di modifica della legge della scuola, introducendo dunque di fatto la disciplina "Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia" nelle scuole ticinesi. Il comitato promotore "per il NO a uno studio puramente nozionistico della civica. Sì a una vera educazione alla cittadinanza” ha reso pubblico un comunicato nelle ore successive al voto.
Alberto Siccardi, promotore dell'iniziativa popolare “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)”, ha comunicato che non ritirerà il testo in questione.
Il Gran Consiglio ticinese ha votato lunedì pomeriggio il rapporto sull’iniziativa popolare generica “Educhiamo i giovani alla cittadinanza” con 69 voti favorevoli, 9 contrari e 4 astenuti. Il testo, redatto da Michele Guerra (Lega), propone l’insegnamento della civica per due ore al mese senza aumentare quelle previste nella griglia oraria, ma scindendo l’attuale materia “storia e civica”.
Il comitato dell’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (Atis) sta seguendo con attenzione l’evolversi del dibattito politico sull’iniziativa “Educhiamo i giovani alla cittadinanza”. Con la presente, l’Atis intende portare all’attenzione dei media, della popolazione ticinese e dei membri del Gran Consiglio il proprio punto di vista e puntualizzare alcune questioni, con l’intento di contribuire al dibattito in corso.
L'atis ha risposto alla consultazione indetta dalla Divisione scuola del Dipartimento dell'Educazione, della Cultura e dello Sport del canton Ticino in merito alla riforma «La Scuola che verrà÷.
L'atis, l'associazione ticinese degli insegnanti di storia (www.atistoria.ch), ha inviato nei giorni scorsi a tutti i granconsiglieri del Canton Ticino una lettera aperta in cui esprime le sue posizioni sull'iniziativa "Educhiamo i giovani alla cittadinanza" ed espone una sua proposta in vista dei dibattiti parlamentari.
Il 2 settembre 2015 il Comitato promotore dell'iniziativa «Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)» ha presentato alla stampa la perizia dell'avvocato Pietro Crespi in merito alla presa di posizione del Consiglio di Stato in data 25 marzo 2015 (Link).
L'atis pubblica la versione integrale della perizia (ringraziando la fonte www.ticinolive.ch), evidenziando con un certo compiacimento che le osservazioni dell'avvocato Crespi, alfine di rendere l'iniziativa pienamente legale, ne svuotano in maniera essenziale le modalità d'applicazione, soprattutto in rapporto alla dotazione oraria e allo scorporo delle ore di storia (cfr. parti evidenziate).