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"A proposito di neutralità dell’insegnamento della storia e della civica"

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Nel mese di ottobre del 2020, i movimenti giovanili di due partiti locali hanno animato un dibattito in merito alla «neutralità» dell’insegnamento nelle scuole ticinesi.
A questo proposito l’Atis, l’associazione ticinese degli insegnanti di storia, si permette di proporre alcune riflessioni sul piano didattico.

La scuola è un’istituzione storica e sociale complessa: è influenzata da concezioni filosofiche e pedagogiche; è plasmata da politiche pubbliche; è finanziata attraverso una quota importante del bilancio statale. Ognuna delle scelte relative alla scuola è il frutto di un confronto e di una mediazione tra esigenze diverse. Ad assicurarle la legittimità è certo l’autorità statale, che ne certifica la validità attraverso l’emissione di diplomi e titoli di studio, ma sono soprattutto le conoscenze e le competenze scientifiche degli insegnanti che ne determinano il valore culturale. Allo stesso modo, un programma di storia non è un semplice inventario dei saperi storici, elencati nell’ordine del loro insegnamento, che risponde all’ideologia dominante dell’epoca o del momento, ma è il frutto di un equilibrio tra i mutamenti della sensibilità della collettività, l’evoluzione della riflessione pedagogico-didattica e lo sviluppo delle conoscenze storiografiche.

L’insegnamento della storia è stato da tempo emancipato dal compito – di stampo ottocentesco – di saldare lo spirito e l’appartenenza nazionale attraverso la narrazione di personaggi esemplari e di grandi avvenimenti fondatori. Il progresso della storiografia ha mostrato l’importanza di nuovi soggetti storici che, in passato, non erano stati considerati meritevoli di attenzione. Lo spazio di studio della storia si è ampliato: al fuori del mondo occidentale, su cui a lungo si è concentrato l’occhio dell’insegnante, nuove sono le realtà emerse come protagoniste, mostrando di avere una storia altrettanto degna di essere raccontata. La storia insegnata si è dunque allargata e ha superato i confini statali ed europei per farsi globale. Insegnare una storia di tutte e di tutti significa cambiare l’ordine di priorità, privilegiando gli episodi di incontro con l’altro, di dialogo o di scambio. In quest’ottica la storia possiede un valore formativo elevato, che supera il quadro di educazione nazionale tradizionale, in ragione della consapevolezza che la comprensione dell’esistenza di un passato molteplice rappresenti una meta educativa prioritaria per il sistema formativo di una società democratica.

Il ruolo educativo della storia si rivela inoltre più proficuo quando invita lo studente a utilizzare quelle competenze che lo portano a comprendere criticamente il passato e, di conseguenza, il presente. Perché, i valori civici e sociali si poggiano su strutture capaci di analizzarli, criticarli e apprezzarli. In quest’ottica, la nuova disciplina chiamata “Educazione civica, alla cittadinanza e alla democrazia” non si esaurisce nella conoscenza delle istituzioni statali, ma si apre a una concezione attiva della cittadinanza, intesa come capacità di affrontare le sfide del mondo attuale.

L’insegnamento della storia e della civica si sono evolute nel tempo in parallelo alle finalità della scuola stabilite in sede legislativa. Le esigenze del mondo contemporaneo hanno cambiato le condizioni costitutive del “patto di cittadinanza” tra scuola e società: quando richiama al «senso di responsabilità», a «promuovere il principio di parità», a sviluppare «l’educazione alla pace», «al rispetto dell’ambiente», la legge della Scuola del Canton Ticino propone infatti alla scuola una chiara visione della cittadinanza, atta a formare una comunità di cittadini attivi nella multiculturale democrazia contemporanea.

Appare evidente, alla luce delle riflessioni precedenti, che una «neutralità» nell’insegnamento non può tradursi in una legittimazione di tutte le affermazioni e in una parificazione di tutte le posizioni politiche o culturali. Ciò andrebbe ad opporsi allo spirito delle leggi, ai principi fondanti della convivenza, alle garanzie scientifiche della ricerca accademica e, in ultima analisi, alla validità stessa dell’insegnamento.

GiovaniUDC Posizione Atis CdT

Articolo apparso su Il Corriere del Ticino il 27 ottobre 2020.

ATIS - INFORMAZIONI GENERALI

L'Atis, Associazione ticinese insegnanti di storia, è nata il 2 ottobre 2003 con l'obiettivo di riunire i docenti di storia della Svizzera italiana di tutti i gradi di scuola.

L'Associazione promuove la riflessione e il dibattito sull'insegnamento della storia e sulle diverse correnti storiografiche.

Difende la professionalità dell'insegnante di storia nell'ambito di una scuola sempre più messa sotto pressione dalle esigenze di una società dominata dalle leggi del rendimento economico.

Associazione ticinese degli insegnanti di storia - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - https://www.atistoria.ch