11 ottobre 2020
Il comitato dell’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (Atis) prende atto con preoccupazione e scetticismo della campagna attivata dei Giovani UDC Ticino denominata “Scuole libere” con l’obiettivo di costringere il Consiglio di Stato a «favorire un necessario cambio di dottrina e cultura nelle scuole». Questo cambio di dottrina e di cultura appare ai giovani UDC necessario in quanto i docenti, attraverso una «propaganda tendenziosa di sinistra», imporrebbero agli studenti non solo «una visione socialista del mondo e delle cose», ma persino cosa votare nel segreto delle urne. I Giovani UDC intendono portare avanti questa campagna invitando, attraverso il sito internet https://scuole-libere.ch, gli studenti a denunciare anonimamente quei docenti che si macchierebbero di tale propaganda.
In risposta a tale campagna, i Giovani Comunisti hanno invece accusato a loro volta gli insegnanti di «promuovere l’ideologia liberale dominante» attraverso una «sfrontata propaganda neoliberista». Emulando l’UDC, anche i comunisti hanno invitato gli allievi confrontati a «luoghi comuni anti-comunisti» a segnalare via e-mail o via social l’insegnante o il «materiale didattico ideologicamente orientato».
Pur non volendo entrare nel gioco delle parti e nella polemica mediatica, che si accende e si spegne con estrema rapidità, il comitato dell’Atis esprime preoccupazione per alcune affermazioni pubblicamente esposte. A questo proposito l’Atis intende proporre alcune riflessioni sui piani che le competono, ossia quello didattico e storiografico.
- L'atis pubblica sul sito la sua presa di posizione pubblica;
- Mette a disposizione gli altri contributi pubblici in merito al dibattito sulla "neutralità" dell'insegnamento;
- Ricorda che al tema è stata anche dedicata una puntata della trasmissione "Millevoci" della Rete1 della Radio svizzera di lingua italiana.