Giornata della memoria 2019: nativi americani
Il nostro territorio custodisce un patrimonio storico-artistico assai significativo, non sempre sufficientemente conosciuto. Tra i piccoli grandi gioielli a nostra disposizione vanno sicuramente annoverati gli innumerevoli affreschi che decorano molte delle chiese ticinesi, alcuni dei quali sono stati in tempi recenti restaurati e rivalorizzati.
L’Atis ha pensato di dedicare ad alcuni di essi un’uscita autunnale, recandosi nel Luganese presso i villaggi di Carona e Pregassona sabato 8 ottobre 2011.
La gita è rivolta ai docenti di ogni ordine di scuola, oltre naturalmente a tutti coloro che hanno voglia di passare una piacevole giornata all’insegna della cultura. La visita è guidata dalla storica dell’arte Laura Damiani Cabrini.
Durante la giornata vi sarà la presentazione del dvd “L’affresco racconta” di Daniel Bilenko e Ely Riva. Saranno presenti gli autori
Biblioteca
Uno dei principali diffusori della storia orale in Italia e americanista riconosciuto, Portelli regala con questa sua ultima pubblicazione un ritratto eterodosso dell'America degli ultimi due secoli.
L'atis promuove la visione del film di Alejandro Amenabar "Agorà" al Cinema Lux di Massagno mercoledì 7 settembre 2011 alle ore 20.15.
Dopo la visione del film si prevede una libera discussione sui temi emersi dalla proiezione della pellicola.
L'entrata è gratuita e aperta a tutti.
Conferenza tenuta dal professor Raffaello Ceschi giovedì 3 marzo 2011 al Liceo cantonale di Mendrisio dal titolo "L'identità svizzera".
L'atis ringrazia il Liceo cantonale di Mendrisio per aver permesso la pubblicazione della conferenza sul sito dell'associazione.
Conferenza del professor Vittorio Dan Segre, svoltasi al liceo cantonale di Mendrisio il 2 marzo 2011, dal titolo "Le rivoluzioni o le rivolte nel mondo mediterraneo".
L'atis ringrazia il Liceo cantonale di Mendrisio per aver permesso la pubblicazione della conferenza sul sito dell'Associazione.
Risorse atis
Le informazioni e le fonti presentate in questo speciale dell'atis, realizzato da Daniela Delmenico e pubblicato in collaborazione con la sezione di storia dell'Università di Losanna, permettono di studiare l'emigrazione italiana in Svizzera attraverso una lente speciale: le lettere inviate dai migranti italiani nella Confederazione alla giovane cantante Gigliola Cinquetti tra il 1964 e il 1965.
In relazione all'emigrazione italiana in Svizzera e alla storia attraverso le lettere si rimanda alla seguente bibliografia.
Storiografia
Sanfilippo Matteo, “Un’occasione mancata? A proposito di un libro di David A. Gerber sulle lettere degli emigranti”, in Studi Emigrazione, XLV, n.170, 2008.
Emigrazione italiana
Bevilacqua Piero, De Clementi Andreina, Franzina Emilio (a.c.d.), Storia dell'emigrazione italiana, Roma: Donzelli, 2001-2002.
Cerutti Mauro, “Un secolo di emigrazione italiana in Svizzera (1870-1970), attraverso le fonti dell'Archivio federale”, In Studien und Quellen n.20, 1994, pp.11-104.
Piguet Etienne, L’immigration en Suisse depuis 1948, Zürich : Seismo, 2005.
Studi
Barcella Paolo, Percorsi dell’emigrazione italiana in Svizzera tra fonti orali e scritture di gente comune (1946-1974), Tesi di dottorato, Genova-Losanna, 2010.
Rovere Giovanni, Testi d’italiano popolare: autobiografie di lavoratori e figli di lavoratori emigrati. Analisi sociolinguistica, 1977.
Sala Roberto e Massariello Merzagora Giovanna, Radio Colonia. Emigrati italiani in Germania scrivono alla radio, Milano: UTET, 2006.
Altro
“Immigrazione”, in DSS. Dizionario Storico della Svizzera: http://www.hls-dhs-dss.ch/index.php
Introduzione
S., un ragazzo di 23 anni emigrato in Ticino, scrive alla cantante raccontandole un grave episodio accadutogli. Si tratta di un incidente molto grave, subito forse sul lavoro: a causa dell’incendio di un motore, il giovane ha subito ustioni su tutto il corpo, che lo obbligano a stare in ospedale e gli impediscono quindi di lavorare.
Introduzione
L’autore di questa lettera del 1967 è P., padre di due bambine, anch’egli emigrato nel Canton Zurigo. Torna qui la tematica dei debiti, in questo caso contratti per costruirsi una casa in Italia, che sono alla base della decisione di emigrare in Svizzera. Anche in questo caso, prima di arrivare nella Confederazione, l’uomo aveva lavorato per qualche tempo in Germania, con lo scopo di guadagnare il necessario per costruire la casa: si tratta infatti delle due nazioni in cui in quegli anni si recava la maggior parte dei lavoratori italiani. Attraverso le righe di questa lettera si può leggere un aspetto molto importante della condizione psicologica degli emigranti. I progetti di P. sono infatti finalizzati al rientro in Italia (dopo aver guadagnato a sufficienza per mettere in pratica i propri progetti), scopo dell’emigrazione. Il fenomeno, chiamato appunto “mito del ritorno”, era molto diffuso, e spingeva i lavoratori a limitare al massimo gli svaghi, per riuscire a risparmiare il più possibile e quindi tornare in patria al più presto. È chiaro però che un atteggiamento di questo tipo non giovava allo stato d’animo degli emigrati, e soprattutto non favoriva la già difficile integrazione nella realtà Svizzera.
Introduzione
La quarta lettera è stata scritta da una donna emigrata nel Canton Zurigo con il marito e la figlia, ed è del 1966. L’elemento principale di questo documento è la malattia del marito della scrivente, che gli pone grosse difficoltà sul lavoro (si tratta di un problema alla vista) e che condiziona negativamente anche la situazione economica della famiglia, soprattutto a causa delle spese per le cure mediche. La donna rende partecipe il destinatario della lettera anche sulla difficoltà di trovarsi in un paese straniero, legata ai sacrifici che si devono compiere per potersi costruire un futuro migliore di quello a cui si sarebbe andati incontro restando in Italia, e alle umiliazioni subite, forse proprio in riferimento all’ostilità di parte del popolo svizzero nei confronti degli stranieri, che era esplosa in quegli anni.