"Che genere di storia?". Riflessioni e materiali per una didattica dei gender studies
Il 14 giugno 2019 si svolge in tutta la Svizzera lo Sciopero femminista e delle donne. In vari cantoni si stanno creando dei collettivi regionali per la coordinazione e l'organizzazione di questa manifestazione.
Anche l'Associazione ticinese degli insegnanti di storia, in collaborazione con gli esperti per l'insegnamento della storia nelle scuole medie e nelle scuole professionali del Canton Ticino, intende offrire il suo contributo al dibattito pubblicando un dossier didattico che allarghi la riflessione alla storiografia e alla didattica dei gender studies.
Il «Manifesto per lo sciopero femminista e delle donne» presenta diciannove ragioni che forniscono legittimità e urgenza allo sciopero nazionale delle donne previsto in tutta la Svizzera il 14 giugno 2019. Emerge, tra le altre, la considerazione che nel corso di tutta la storia e ancora oggi» le donne siano state spesso «invisibilizzate».
A fronte di questa affermazione, le storiche e gli storici, le insegnanti e gli insegnanti hanno il dovere di interrogarsi seriamente sui loro campi di indagine e su quanto le loro pratiche hanno incluso e spiegato l'esperienza femminile e di genere. Quanto ha influito la pratica didattica e storiografica nell’invisibilizzazione delle donne nella storia? Come possono le storiche e gli storici, le insegnanti e gli insegnanti dare la giusta visibilità alle donne come soggetto della storia?
Porsi questi interrogativi comporta con tutta evidenza interrogarsi con franchezza sia sulle ragioni fondamentali del fare e dell’insegnare storia, sia sulle categorie adoperate, sull’universo di referenti teorici a cui gli insegnanti ricorrono nel corso del proprio lavoro.
CONTENUTO DEL DOSSIER:
La madre fa politica, un viaggio per immagini nel suffragio femminile in Svizzera"
Le immagini seguenti sono tratte dall'esposizione "La madre fa politica, un viaggio per immagini nel suffragio femminile in Svizzera", curata da Amnesty International (in collaborazione con il CSIA, la Fondazione Diritti Umani e l’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino).