L'Emigrazione vissuta: analisi delle lettere alla cantante Gigliola Cinquetti
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Le informazioni e le fonti presentate in questo speciale dell'atis, realizzato da Daniela Delmenico e pubblicato in collaborazione con la sezione di storia dell'Università di Losanna, permettono di studiare l'emigrazione italiana in Svizzera attraverso una lente speciale: le lettere inviate dai migranti italiani nella Confederazione alla giovane cantante Gigliola Cinquetti tra il 1964 e il 1965.
Le lettere presentate in questo speciale fanno parte della cosiddetta “scrittura di gente comune” o “scrittura popolare”, assieme ad altri tipi di documenti, quali diari, memorie e scritture scolastiche (i temi).
Avvicinarsi a queste fonti significa anche confrontarsi con un problema di tipo linguistico. Gli anni Sessanta rappresentano un momento decisivo per la diffusione di una lingua italiana unitaria (a scapito soprattutto dei dialetti), che prende piede grazie all’influenza dei mezzi di comunicazione di massa (che avevano avuto un’enorme diffusione proprio in quegli anni), come la televisione o le riviste, ma anche grazie all’aumento della scolarizzazione. L’italiano comincia dunque a toccare nuovi strati della popolazione, che devono imparare a servirsene. Queste persone non erano abituate alla pratica della scrittura, e bisogna tener dunque conto, leggendo i testi da loro prodotti, di vari elementi, tra cui la presenza di vari registri linguistici, l’influenza del dialetto o, nel caso degli emigrati, delle lingue del paese di arrivo e soprattutto del legame tra scrittura e oralità.
Nonostante queste difficoltà, la scrittura popolare si è rivelata una fonte importantissima per lo studio della storia, soprattutto negli ultimi decenni. Essa permette infatti di analizzare gli avvenimenti dal punto di vista di chi li ha vissuti in prima persona, e di concentrarsi dunque non più solo sui grandi personaggi, ma anche sulla gente comune, protagonista di processi storici importantissimi, come in questo caso l’emigrazione.