G. Ludi Juveniles: Doveri, aspirazione e voti della Giovane Italiana mentre la Patria è in armi
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I Ludi Juveniles erano un saggio annuale di cultura fascista, arte e sport, al quale partecipavano, nelle province, gli iscritti di tutte le categorie e che aveva il suo epilogo a Roma, in una gara nazionale riservata agli Avanguardisti, ai Giovani fascisti, alle Giovani italiane e alle Giovani fasciste. Analogamente alle esercitazioni ginniche, in quell'occasione agli alunni di tutte le scuole italiane veniva proposto lo svolgimento di un componimento il cui tema proveniva direttamente da Roma.
In questo scritto ricorrono alcuni temi già frequentati in componimenti precedenti: la giustificazione dell'entrata in guerra dell'Italia con la necessità di salvaguardare gli interessi nazionali, la fede nelle parole del duce e l'obbedienza verso i superiori, il riferimento alla preghiera per invocare l'aiuto divino «affinché conceda presto la vera e sospirata vittoria», l'eroismo dei giovani soldati. Il componimento si chiude con un appello alla disciplina cui sono chiamati gli Italiani in questo momento difficile.
Sale, 14 febbraio 1941 Ludi Juveniles Giovane Italiana Doveri, aspirazione e voti della Giovane Italiana mentre la Patria è in armi Nel giugno del 1940, l’Italia sorse in armi contro l’Inghilterra e la Francia; nel novembre dichiarò guerra anche alla Grecia. Sono passati otto mesi, otto mesi di sacrificio, di lavoro silenzioso e disciplinato da parte di tutto il popolo italiano che capisce essere giunto il momento della rivendicazione dei propri diritti, otto mesi di aspri combattimenti e di eroismi da parte dei soldati e di tutto il popolo italiano. I nostri bravi e ardenti giovani, appena la Patria li chiama, corrono al campo con il moschetto in mano. E le Giovani Italiane, che non possono vestire l’uniforme del soldato, che cosa possono fare per la nostra Patria ?… Prima di tutto devono credere tutto ciò che dicono i nostri Superiori, aver fede nella vittoria, perché l’Italia lotta per la giustizia contro l’egoismo. La vittoria non mancherà, l’ha detto il Duce, perché noi Italiani siamo un popolo che cresce e che marcia verso il più radioso avvenire. |
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