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La Svizzera e le sanzioni all'Italia dopo l'invasione dell'Etiopia

La Svizzera e le sanzioni all'Italia dopo l'invasione dell'Etiopia

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La Svizzera e le sanzioni all'Italia dopo l'invasione dell'Etiopia

In questa pagina è presentata una rassegna stampa dei principali articoli apparsi sui quotidiani "Libera Stampa" e "Gazzetta ticinese" in merito all'invasione italiana dell'Etiopia, alle sanzioni emanate dalla Società delle Nazioni e alla posizione svizzera al riguardo. Sono inoltre resi pubblici alcuni contributi di storici che riflettono a posteriori sulla politica elvetica durante gli anni della guerra italo-etiopica.

Dal punto di vista didattico le seguenti risorse possono essere utilizzate nella loro totalità dagli insegnanti per realizzare uno stimolante laboratorio didattico, oppure selezionate per svolgere un percorso di confronto tra le fonti primarie e i documenti storiografici.

I FATTI


Il 3 ottobre 1935, le truppe italiane varcarono il fiume Mareb, che segnava all'epoca il confine tra l'Eritrea (colonia italiana) e l'impero etiopico (o Abissinia, come si diceva allora).
L'attacco all'Etiopia non fu preceduto da una formale dichiarazione di guerra. Con questo gesto, il regime intedeva mettere in evidenza che l’Etiopia non era considerato dall'Italia uno Stato sovrano, ma un territorio selvaggio, in cui non valevano le regole del diritto internazionale.
L’impero etiopico, al contrario, non solo era uno Stato a tutti gli effetti (guidato da un imperatore, il negus Hailè Selassiè), ma era membro a pieno titolo della Società delle Nazioni. Come tale, gli altri Stati membri dell'organizzazione avrebbero dovuto difenderne l'integrità territoriale.

Il 18 novembre il Regno d'Italia fu colpito dalle sanzioni economiche, approvate da 50 stati appartenenti alla Società delle Nazioni, con il solo voto contrario dell'Italia e l'astensione di Austria, Ungheria e Albania. Le sanzioni risultarono inefficaci perché numerosi Paesi, pur avendone votato l'imposizione, continuarono a mantenere buoni rapporti con l'Italia, rifornendola di materie prime. Così, anche se provocarono notevoli danni all'economia nazionale (nel gennaio 1936 le esportazioni italiane diminuirono di quasi la metà e le importazioni di molto più di un terzo rispetto al gennaio 1935) le sanzioni non impedirono affatto al regime fascista  di portare a termine la sua impresa coloniale.

Addis Abeba fu occupata il 5 maggio del 1936. Il 4 luglio l’imperatore Hailé Selassié in un ultimo disperato appello chiese alla Società delle Nazioni di non riconoscere la conquista italiana. La richiesta fu respinta. Le sanzioni furono ufficialmente abolite il 14 luglio dello stesso anno.

IL DIBATTITO SUI MEDIA


Nel corso degli anni tra le due guerre il tema della neutralità svizzera si sovrappose più volte alla dicotomia fascismo/antifascismo. I dibattiti suscitati dall’invasione italiana dell’Etiopia e dalle successive sanzioni ne sono una dimostrazione.
La stampa ticinese si divise infatti sulla necessità per la Svizzera di adottare le sanzioni decretate dalla Società delle Nazioni. Da un lato, “Libera Stampa” – il quotidiano del Partito socialista ticinese dichiaratamente antifascista – si schierò immediatamente per l’adozione delle sanzioni in virtù del rispetto del diritto internazionale. Su posizioni opposte il quotidiano “Gazzetta ticinese” che, espressione della destra liberale, si era avvicinato in modo evidente al regime mussoliniano, tanto da riconoscere la pertinenza dell’invasione italiana dell’Etiopia e la necessità per la Svizzera di adottare una stretta neutralità.
Alla conquista dell’Etiopia e alla revoca delle sanzioni, i due giornali finirono per condividere – pur muovendo da fronti antitetici – la stessa triste opinione del fallimento definitivo della Società delle Nazioni.

Di seguito sono disponibili le copie digitali di diversi articoli apparsi su "Libera Stampa" e "Gazzetta ticinese" tra il 1935 e il 1936 che testimoniano l'animato e feroce dibattito apparso sui due quotidiani in merito all'atteggiamento da tenersi verso l'Italia e, soprattutto, in relazione alla neutralità svizzera.

La rassegna stampa è divisa in tre tematiche principali:

 

LE INTERPRETAZIONI DEGLI STORICI


La politica svizzera durante il periodo delle due guerre è stata studiata in diversi saggi storici. Per ragioni didattiche, in questa sezione ne proponiamo una selezione, limitandoci a condividere gli estratti che riguardano i rapporti che la Confederazione intesse con la Società delle Nazioni, in particolare al momento dell'invasione e della conquista dell'Etiopia da parte del regime fascista.

I contributi proposti sono i seguenti: 

ATIS - INFORMAZIONI GENERALI

L'Atis, Associazione ticinese insegnanti di storia, è nata il 2 ottobre 2003 con l'obiettivo di riunire i docenti di storia della Svizzera italiana di tutti i gradi di scuola.

L'Associazione promuove la riflessione e il dibattito sull'insegnamento della storia e sulle diverse correnti storiografiche.

Difende la professionalità dell'insegnante di storia nell'ambito di una scuola sempre più messa sotto pressione dalle esigenze di una società dominata dalle leggi del rendimento economico.

Associazione ticinese degli insegnanti di storia - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - https://www.atistoria.ch