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«L'affresco racconta»: 33 piccoli gioielli visivi che raccontano la storia

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Il fotoreporter Ely Riva per trent'anni ha girato il territorio della Svizzera Italiana visitando e fotografando praticamente ogni chiesa di paese e tutte le cappelle più sperdute. Soffermandosi sugli affreschi, contemplandoli per ore e leggendo testi storici di riferimento, ha scoperto un centinaio e più di particolarità storiche, estetiche o religiose. Ne sono usciti 33 piccoli gioielli visivi: filmati di pochi minuti ma di grande impatto visivo e simbolico. Con il consenso degli autori, Ely Riva e Daniel Bilenko, l'Atis è lieta di mettere a disposizione degli insegnanti di storia questo materiale che si presta ad essere utilizzato facilmente nelle classi.

 

Il fotoreporter Ely Riva per trent'anni ha girato il territorio della Svizzera Italiana visitando e fotografando praticamente ogni chiesa di paese e tutte le cappelle più sperdute.

Soffermandosi sugli affreschi, contemplandoli per ore e leggendo testi storici di riferimento, ha scoperto un centinaio e più di particolarità storiche, estetiche o religiose. Ne sono usciti 33 piccoli gioielli visivi: filmati di pochi minuti ma di grande impatto visivo e simbolico.

Con il consenso degli autori, Ely Riva e Daniel Bilenko, l'Atis è lieta di mettere a disposizione degli insegnanti di storia questo materiale che si presta ad essere utilizzato facilmente nelle classi.

Galleria video dei filmati che compongono "L'affresco racconta":

I filmati possono essere anche visti sul portale Vimeo dell'associazione (https://vimeo.com/showcase/1811551) oppure si possono vedere i singoli episodi suddivisi per regione geografica:

«L'affresco racconta»: Chiese nel Luganese

«L'affresco racconta»: Chiese nel Mendrisiotto

«L'affresco racconta»: Chiese nel Locarnese

«L'affresco racconta»: Chiese nel Bellinzonese e Tre Valli

Uscita Atis - La Controriforma in Chiesa

Il ciclo "L'affresco racconta" si collega a un'uscita che l’Atis ha pensato di dedicare all'arte successiva al Congresso di Trento, recandosi nel Luganese presso i villaggi di Carona e Pregassona.
Oltre alle testimonianze dell'arte romanica, le chiese ticinesi rappresentano infatti una documentazione vivace dell'arte scaturita durante la Controriforma. Sottoposte al controllo politico dei cantoni protestanti, i territori dei baliaggi italiani degli Svizzeri furono oggetto di un'attenzione particolare da parte del clero lombardo. Soprattutto l'arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, autore nel 1577 del volume "Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae", fu un infaticabile animatore della politica religiosa tridentina nelle valli ticinesi. Ancora oggi, nelle zone ambrosiane o sottoposte alla diocesi di Como, esistono numerose testimonianze della volontà dei vescovi riformatori di conservare e affermare la cattolicità di queste terre governate da protestanti.

Le Chiese visitate sono state 4, ognuna con una testimonianza di valore storico e artistico:

  1. Nella Chiesa parrocchiale di San Giorgio a Carona è visibile il «Giudizio universale» di Domenico Pezzi, una tra le più belle copie di quello di Michelangelo Buonarroti in cui appare perfino temeraria la scelta di rappresentare gli "ignudi" senza le "brache" di Daniele da Volterra imposte all'originale sistino dal fervore bacchettone della Controriforma.
  2. La Chiesa di Santa Maria d'Ongero a Carona rappresenta un tipico esempio del culto mariano, legato ad apparizioni e miracoli, esploso tra il XVI e il XVII secolo nei territori prealpini.
  3. La Chiesa di Santa Maria di Pazzalino (Pregassona - Lugano) ospita l'affresco "Scena della Battaglia di Lepanto" (1571) in cui appare la Madonna "bombardiera" (metà del secolo XVII) dove la vergine e il bambino consegnano all'angelo le palle di cannone da gettare contro i turchi.

Nell'oratorio di San Pietro e Paolo di Pregassona si possono ammirare due affreschi poi vietati dalla Controriforma:

  1. «Il Cristo festivo» - una rarità venuta alla luce con i restauri del 1985 - che ricorda che chi non santifica la festa ferisce il Signore. Tale modello iconografico venne abolito dal Concilio di Trento assieme a molte altre rappresentazioni di mistica popolare.
  2. «La Madonna del latte» in cui si mostra la vergine che allatta. Tra gli scopi del concilio di Trento vi era il voler evitare immagini di natura sensuale o percepite come tali dalla morale dell'epoca. La Riforma cattolica tridentina annoverò tra queste immagini sconvenienti, che si riteneva potessero fuorviare il fedele, le rappresentazioni di Maria a seno scoperto poiché accusate di distogliere i fedeli dalla preghiera. Fu demandato ai vescovi il compito di valutare le varie rappresentazioni e di decidere se queste dovessero essere ritoccate, oppure rimosse.

Immagini

San Nicola a Giornico
Sant Atonio Abate a Morcote
Santo Stefano a Miglieglia

ATIS - INFORMAZIONI GENERALI

L'Atis, Associazione ticinese insegnanti di storia, è nata il 2 ottobre 2003 con l'obiettivo di riunire i docenti di storia della Svizzera italiana di tutti i gradi di scuola.

L'Associazione promuove la riflessione e il dibattito sull'insegnamento della storia e sulle diverse correnti storiografiche.

Difende la professionalità dell'insegnante di storia nell'ambito di una scuola sempre più messa sotto pressione dalle esigenze di una società dominata dalle leggi del rendimento economico.

Associazione ticinese degli insegnanti di storia - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - https://www.atistoria.ch