La Controriforma in Chiesa
Il nostro territorio custodisce un patrimonio storico-artistico assai significativo, non sempre sufficientemente conosciuto. Tra i piccoli grandi gioielli a nostra disposizione vanno sicuramente annoverati gli innumerevoli affreschi che decorano molte delle chiese ticinesi, alcuni dei quali sono stati in tempi recenti restaurati e rivalorizzati.
L’Atis ha pensato di dedicare ad alcuni di essi un’uscita autunnale, recandosi nel Luganese presso i villaggi di Carona e Pregassona sabato 8 ottobre 2011.
La gita è rivolta ai docenti di ogni ordine di scuola, oltre naturalmente a tutti coloro che hanno voglia di passare una piacevole giornata all’insegna della cultura. La visita è guidata dalla storica dell’arte Laura Damiani Cabrini.
Durante la giornata vi sarà la presentazione del dvd “L’affresco racconta” di Daniel Bilenko e Ely Riva. Saranno presenti gli autori
L'arte nella Controriforma:
Il sacro concilio dispone per prima cosa che tutti i vescovi e le altre persone gravate dalla responsabilità dell'insegnamento (…) istruiscano diligentemente i fedeli in materia di intercessione e invocazione ai santi, di onoranza alle reliquie e legittimo uso delle immagini, insegnando loro come i santi, che regnano insieme a Cristo, offrano a Dio le loro preghiere in favore degli uomini; che quindi è cosa buona e utile invocarli supplichevolmente e, al fine di ottenere da Dio benefici attraverso il Figlio suo Gesù Cristo nostro signore, che è l'unico nostro redentore e salvatore, affidarsi alle loro preghiere, alla loro opera e al loro aiuto. (...)
Perciò le immagini del Cristo, della Vergine madre di Dio e di tutti i santi devono essere poste e mantenute soprattutto nelle chiese, e ad esse vanno tributati l'onore e la venerazione dovuti, non perchè si creda che in esse risiedano qualche divinità o energia che le rendano meritevoli di culto, né perchè vi sia qualcosa da chieder loro, e nemmeno perchè si possa attribuire credibilità alle immagini, come accadeva tra i pagani di un tempo, che riponevano le loro speranze negli idoli; bensì per il fatto che l'onore ad essi tributato va in realtà ai modelli che esse raffigurano; così, attraverso quelle immagini che baciamo, davanti a cui ci scopriamo il capo e c'inginocchiamo, adoriamo il Cristo e veneriamo i santi, di cui esse portano l'immagine.(...)
Insegnino con cura, i nostri vescovi, che attraverso l'immagine dei misteri della nostra religione, espressa in pittura o con qualunque altro mezzo, il popolo viene istruito e rafforzato nel ricordare e custodire gli articoli della fede. Così da tutte le sacre immagini deriva un gran frutto, non solo perchè al popolo vengono fatti presenti i benefici e i doni largitigli dal Cristo, ma anche perchè attraverso i santi vengono messi sotto gli occhi dei fedeli i miracoli e i salvifici esempi di Dio, così che essi ne rendano grazie a Dio, impostino la loro vita morale a imitazione dei santi, e siano spronati ad adorare e ad amare Dio e a vivere nella pietà. "De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus". Concilio di Trento, Sessione XXV, dicembre 1563
Oltre alle testimonianze dell'arte romanica, le chiese ticinesi rappresentano una documentazione vivace dell'arte scaturita durante la Controriforma.
Sottoposte al controllo politico dei cantoni protestanti, i territori dei baliaggi italiani degli Svizzeri furono oggetto di un'attenzione particolare da parte del clero lombardo. Soprattutto l'arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, autore nel 1577 del volume "Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae", fu un infaticabile animatore della politica religiosa tridentina nelle valli ticinesi. Ancora oggi, nelle zone ambrosiane o sottoposte alla diocesi di Como, esistono numerose testimonianze della volontà dei vescovi riformatori di conservare e affermare la cattolicità di queste terre governate da protestanti.
Guarda il video dell'uscita:
Carona | Carona è un villaggio mantenutosi quasi intatto su un terrazzo panoramico fra il Monte San Salvatore e l'Arbostora. Lungo le strette vie del nucleo sorgono case in parte signorili, con facciate decorate a graffito, con affreschi e stucchi che testimoniano la partecipazione di numerose famiglie locali di artisti alle vicende dell'emigrazione artistica in tutta Europa. | |
Chiesa parrocchiale di San Giorgio | Situata all'entrata settentrionale del villaggio, di origine romanica, la chiesa parrocchiale subì dei profondi rifacimenti nel XVI secolo. L'edificio d'impianto basilicale delimita il pittoresco sagrato insieme alla sagrestia, unita sul lato sud, sotto la quale passa la strada cantonale, alla Loggia del comune edificata nel biennio 1591-1592 - con archi a tutto sesto di stile rinascimentale - e alla canonica. All'interno le navate di tre campate scandite da pilastri sono coperte con volte a crociera impostate su un cornicione perimetrale neoclassico; è significativa l'elevazione slanciata di questi ambienti, evidenziata da archi a tutto sesto e volte a crociera decorate con chiavi di volta figurate da scultori diversi. Nel coro, alle pareti: grandi affreschi di Domenico Pezzi di Puria degli anni 1581-1584; sulla parete di fondo: Crocifissione; sulla parete nord: Gloria del Paradiso, ispirata alla Disputa di Raffaello Sanzio in Vaticano; sulla parete sud, Giudizio Universale: una tra le più belle copie di quello di Michelangelo Buonarroti in cui appare perfino temeraria la scelta di rappresentare gli "ignudi" senza le "brache" di Daniele da Volterra imposte all'originale sistino dal fervore bacchettone della Controriforma. |
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Chiesa di Santa Maria d'Ongero | La chiesa di Santa Maria d'Ongero detta la Madonna d'Ongero, meta di pellegrinaggio ad ovest del villaggio di Carona, è un gioiello d'architettura, ricco di decorazioni barocche. Preceduta da una Via Crucis disposta lungo un viale, la costruzione dell'edificio a pianta a croce latina iniziò nel 1624 e terminò entro il 1646, nel luogo dove sorgeva una cappella del 1515 con l'immagine miracolosa della Madonna. All'interno la navata particolarmente armoniosa, articolata di lesene reggenti il cornicione perimetrico, ha due campate coperte con volta a botte come i due brevi bracci del transetto; la crociera è sormontata da una cupola a pennacchi. Notevoli sculture in stucco, per la maggior parte eseguite da Alessandro Casella di Carona che nel 1646 firmò la statua di Davide nel coro. Sulla controfacciata: edicola in stucco incorniciante l'affresco dell'Immacolata Concezione, affiancata dalle statue dei Santi Giorgio e Andrea su mensole rette da altlanti eseguite da Alessandro Casella negli anni 1646-1648. Sull'altare maggiore è conservato l'affresco cinquecentesco della Madonna racchiuso tra colonne sorreggenti il frontone interrotto con la figura di Dio Padre affiancata dalla Fede e della Speranza. Notevole il paliotto in marmi intarsiati con bassorilievo centrale raffigurante la Sacra Famiglia, importato da Genova prima del 1670. |
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Pregassona | Antico villaggio posto a pochi chilometri dal centro di Lugano, Pregassona è attualmente un quartiere della nuova città, pur mantenendo, in alcune sue parti, il ricordo del passato rurale. | |
Chiesa di Santa Maria | La chiesa parrocchiale di Santa Maria si trova sul colle di Pazzalino sopra le case di Viganello; notevole edificio rettangolare orientato, già documentata nel 1222, eretta in parrocchia nel 1468. L'aspetto attuale è il frutto delle trasformazioni realizzate tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Nella seconda campata della navata laterale destra: altare in stucco della prima metà del Seicento con tela raffigurante San Pantaleone dell'inizio del secolo XVIII; ai lati, sul muro: una statuetta marmorea della Madonna col Bambino. Un particolare interessante degli affreschi presenti nella chiesa è la "Scena della Battaglia di Lepanto" (1571) con la Madonna "bombardiera", della metà del secolo XVII. |
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Oratorio di San Pietro e Paolo |
Eretto nel XIV secolo, sotto la grondaia del tetto decorazione in cotto costituita da un fregio a denti di sega. I lavori condotti nel 1968 in previsione del restauro hanno liberato l'innesto dell'abside romanica, recuperando un affresco più antico con due figure di Santi. Sulle pareti del coro cinquecentesco sono affrescati la Santissima Trinità, la Madonna di Loreto, San Sebastiano e il Cristo festivo. Il Cristo festivo - una rarità venuta alla luce con i restauri del 1985 - ricorda che chi non santifica la festa ferisce il Signore. Tale modello iconografico venne abolito dal Concilio di Trento assieme a molte altre rappresentazioni di mistica popolare. |
Le informazioni sono tratte da AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona, 2007.
Programma dell'uscita:
8.30 |
Ritrovo a Lugano (parcheggio dietro alla stazione - zona Besso). |
9.00 |
Ritrovo a Carona (davanti entrata piscina) |
Mattina |
Visita guidata al ciclo d’affreschi della chiesa parrocchiale di San Giorgio e della Madonna d’Ongero a Carona. Ci accompagnerà Laura Damiani Cabrini, storica dell’arte. |
11.00 Canvetto Luganese |
Presentazione del dvd “L’affresco racconta” di Daniel Bilenko e Ely Riva. Saranno presenti gli autori. |
Pranzo |
Presso il «Canvetto luganese» di Lugano |
Pomeriggio |
Visita accompagnata dal fotografo Ely Riva della chiesa di Santa Maria a Pazzalino e dell’oratorio di San Pietro a Pregassona alta. |
16.00 ca. |
Fine delle attività. |
Guarda le immagini dell'uscita: