"Roma città aperta" di R. Rossellini
Rassegna dei Film
* Aldo Fabrizi, don Pietro Pellegrini
* Vito Annichiarico, Marcello
* Marcello Pagliero, Ing. Manfredi
Temi trattati:
- La seconda guerra mondiale. Roma città aperta è ambientato durante il secondo conflitto mondiale, in particolare nel corso della guerra di liberazione condotta dalle truppe alleate (USA, Gran Bretagna e URSS) contro le forze dell’Asse.
- La liberazione dell’Italia. Il 10 luglio 1943 le truppe anglo-americane diedero inizio con lo sbarco in Sicilia alla campagna militare mirante alla liberazione completa della penisola italiana. Due settimane dopo (25 luglio), nel corso di una burrascosa seduta del Gran Consiglio del fascismo, Benito Mussolini verrà destituito. Il governo venne attribuito al generale Pietro Badoglio che provvederà quasi subito alla firma dell’armistizio con gli Alleati (3 settembre). La penisola si spaccò quindi in due, con i tedeschi a sostituire l’esercito italiano nella parte centro-settentrionale del paese.
- La Resistenza. Nel corso della seconda guerra mondiale nacquero in quasi tutti i paesi sotto l’occupazione nazi-fascista (Italia, Francia, URSS, Jugoslavia…) movimenti di resistenza. Molti di essi si rifacevano ad un’ideologia di sinistra, soprattutto di stampo comunista. Altri invece a modelli liberali o cristiano-democratici.
- La Repubblica di Salò. Una volta destituito, Mussolini venne imprigionato sul Gran Sasso negli Abruzzi. Un commando tedesco però riuscì a liberarlo. Trasportato in Germania, il Duce ricevette l’incarico da Hitler di ricostituire un governo fascista nella parte di penisola ancora sotto l’occupazione tedesca. Nacque così la Repubblica Sociale Italiana, fondata a Salò sul lago di Garda. In realtà si trattò di un governo fantoccio nelle mani dei Tedeschi.
Trama:
Nella Roma del 1944, un dirigente della Resistenza, l’ingegnere comunista Giorgio Manfredi (Pagliero), riesce a sfuggire alle SS in una rocambolesca fuga sui tetti. A dargli ospitalità nella propria casa è la sora Pina (Magnani), una vedova che alla Resistenza è legata a doppio filo tramite Francesco (Grandjacquet), un tipografo partigiano con il quale sta per risposarsi e dal quale aspetta un bambino. Il compito di Manfredi, improrogabile, è consegnare una forte somma di denaro a un gruppo partigiano che opera fuori Roma. Lo aiuterà in questo compito Pina, che tramite il figlioletto Marcello, mette in contatto Manfredi con il parroco di periferia don Pietro (Fabrizi), attivo nella Resistenza. Lo stabile in cui abita Pina però, a causa di un autonomo, quanto improvvisato, attacco allo scalo ferroviario compiuto dai ragazzi del quartiere, è ben presto oggetto di un'ampia retata, che porta alla cattura di Francesco, Manfredi e all'assassinio a sangue freddo della stessa Pina, rea di aver inseguito l'amato mentre veniva portato via dai tedeschi. Francesco e Manfredi, aiutati da un agguato partigiano alla colonna tedesca, riescono comunque a fuggire, riparandosi da Marina, la ragazza di Francesco. Anche la Gestapo però, gioca le sue carte. Arrivato a Marina tramite Ingrid, una collaboratrice dei tedeschi che è anche la spacciatrice di morfina della ragazza, il maggiore Bergmann riesce da lei ad avere l'indirizzo dei due, stavolta insieme al nome di don Pietro. Torturato a morte senza aver parlato, Manfredi muore sotto gli occhi di don Pietro, fucilato poco dopo. Alla fucilazione, assistono, attoniti, anche i ragazzi del quartiere, che, dopo aver dato l'ultimo saluto al parroco si avviano, in gruppo, verso la città.
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