Canton Ticino
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Conferenze
Nel primo appuntamento del ciclo «La prova dei fatti» ci si interrogherà su come si possa costruire un solido spirito critico rispetto ai meccanismi di produzione del sapere storico, contrastando le deliberate mistificazioni, le omissioni e le falsificazioni e su come si possa dialogare con un pubblico di non specialisti nel ricostruire e nel raccontare la storia.
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Il dossier è stato elaborato in larga misura grazie ai documenti conservati negli archivi della Fondazione Pellegrini Canevascini.
Le fonti sono state messe a disposizione dal gruppo di lavoro della Fondazione; si ringraziano particolarmente Francesca Mariani, Pasquale Genasci e Gabriele Rossi per la collaborazione.
I documenti sono a disposizione sul sito della Fpc (https://fpct.ch) e dell’Atis.
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Link a siti storici
a presente piattaforma digitale è stata realizzata nel quadro del progetto di ricerca La gita a Chiasso. Trent’anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965) finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica (2016-2019) e diretto dalla Prof. Dr. Tatiana Crivelli presso la Cattedra di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università di Zurigo. Alla sua realizzazione hanno collaborato la Tit. Prof. Dr. Raffaella Castagnola, il Dr. Alessandro Bosco, il Dr. Stefano Bragato e, in qualità di dottoranda, Felicity Brunner.
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Le seguenti risorse didattiche vogliono presentare una raccolta di diverse fonti atte a comprendere il ruolo della propaganda fascista in Svizzera e le relazioni tra la Confederazione e l'Italia durante il periodo tra le due guerre.
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La storica Nelly Valsangiacomo espone le dinamiche che hanno condotto alla creazione e allo sviluppo di una radio statale in Svizzera nel corso del Convegno dal titolo "Cultura, memoria e propaganda fascista tra Italia e Svizzera" (Locarno, Biblioteca cantonale, 7 ottobre 2022) organizzato dal Liceo di Locarno (www.liceolocarno.ch/) e dall'Associazione ticinese degli insegnanti di storia (www.atistoria.ch).
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Lo storico Francesco Scomazzon affronta i passaggi attraverso il confine tra Svizzera e Italia di rifugiati, disertori e ex-prigioni di guerra tra il 1943 e il 1945 nel corso del Convegno dal titolo "Cultura, memoria e propaganda fascista tra Italia e Svizzera" (Locarno, Biblioteca cantonale, 7 ottobre 2022) organizzato dal Liceo di Locarno (www.liceolocarno.ch/) e dall'Associazione ticinese degli insegnanti di storia (www.atistoria.ch).
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Archivio didattico
Il modulo didattico propone una lettura della politica d’asilo svizzera attraverso l’analisi documentaria di fonti primarie e secondarie. Alla fine di questa lezione, gli allievi conosceranno le ragioni che portarono la Svizzera ad accettare o a rifiutare l’asilo.
L’attività presuppone delle preconoscenze legate alla situazione internazionale – la conquista tedesca della Francia, l’8 settembre italiano, ecc. – e al contesto interno svizzero – l’accerchiamento, i pieni poteri al Consiglio federale, la difesa spirituale, ecc.
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Nel 2022, l'Associazione ticinese degli insegnanti di storia propone per la giornata della memoria un ciclo di attività dal titolo: "L’infanzia al tempo delle leggi razziali. Persecuzione antisemita e fuga verso la libertà".
In allegato sono condivisi gli inviti alle manifestazioni e il calendario delle attività organizzate.
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Bruna Cases nel 1943 era una bambina ebrea di nove anni, che ebbe la fortuna di riuscire ad entrare in Svizzera e salvarsi dalle persecuzioni naziste. Esattamente 79 anni dopo la sua rischiosa fuga, Bruna Cases ritorna sul luogo del passaggio in terra elvetica, a San Pietro di Stabio, accompagnata dalle autorità comunali e cantonali.
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Documenti multimediali
Il recente volume di Alessandro Vivanti, "Da Mantova alla Svizzera. In fuga per la salvezza" (Torino, Silvio Zamorani editore, 2019) raccoglie i diari di Corrado Vivanti e di sua madre Clelia Della Pergola a partire dal 1938, anno delle leggi antiebraiche, fino al riparo in Svizzera. Il libro, che costituisce un nuovo tassello per la conoscenza delle relazioni tra Italia e Svizzera durante la Seconda guerra mondiale, permette, a oltre ottant’anni dai fatti, una riflessione sia sul rapporto tra storia e memoria sia sul valore della memoria individuale nei confronti della memoria collettiva.